E sopratutto: come si scrive una canzone?
Altri sostengono che l’arte, per potersi esprimere al meglio, abbia bisogno della tecnica per prendere forma e che una formazione accademica sia indispensabile per fare musica.


Si può dire se una canzone è bella o brutta?
Ma è possibile definire se una canzone è bella o è brutta?
Altrimenti non esisterebbero molte figure professionali che lavorano proprio grazie alla loro capacità di capire se un brano “funziona” o no.
Il testo, la melodia, il messaggio, l’arrangiamento, la struttura, tutto influisce nella riuscita di un buon brano.
Come nasce una canzone?
Scrivere canzoni è una delle esperienze più intense, stremanti, appaganti, dolorose e bellissime che puoi vivere nella vita.
È un processo molto personale che non riguarda il prodotto finito, un momento intimo di esplorazione di se e di comunicazione profonda con il proprio lato creativo.
Vivere un’esperienza profonda di questo tipo non significa necessariamente essere in grado di scrivere brani che funzionano, questo è solo il primo passo.
Ma sei in grado di dirla?

Credo fortemente che un brano debba rispondere a un’esigenza profonda.
E non mi riferisco solo a brani scritti in un momento di dolore o canzoni che parlano di tematiche sociali ma anche di canzoni spensierate concepite per durare un’estate.
Ma come si fa a imparare a scrivere una canzone?
Quando sei giovane è difficile distinguere le critiche costruttive dalle stroncature, in quel momento far parte di una band per me è diventato fondamentale.
Portavo in sala prove le mie bozze e si cercava tutti insieme di capire se il pezzo poteva funzionare, a volte un riff di chitarra diventava il tema fondamentale del brano, un ritornello diventava la strofa ecc.
Sono stati anni molto belli in cui ho capito che il confronto con gli altri è fondamentale per crescere in tutti gli aspetti musicali, ancora di più come autrice.
Sono stata sempre molto anarchica e non ho mai pensato di affidarmi a qualcuno per imparare a scrivere, lo facevo perché mi piaceva, le centinaia di pagine dei miei diari non mi servivano più, avevo un nuovo mezzo espressivo.
La vera svolta è arrivata quando ho iniziato la mia strada solista, cercavo un produttore e mi sono confrontata con vari addetti ai lavori che mi hanno completamente destabilizzata.
Quegli incontri sono stati fondamentali per me, ho capito la differenza tra fare musica per me e creare canzoni che potessero arrivare agli altri e trasmettere un messaggio.
Il punto di tutto è proprio questo: tu e le tue canzoni siete due cose diverse, separare l’ego dalle proprie opere è l’unico modo per crescere.
Ho iniziato allora ad ascoltare molta più musica italiana, ad analizzare i brani che funzionavano e che sono diventati patrimonio della nostra cultura, a cercare di capire perché quella canzone che urlavo in motorino a 15 anni mi ha cambiato la vita.
Su questo argomento avrei tantissimo altro da scrivere ma questo articolo è già troppo lungo, ti lascio con una domanda e se vuoi un esercizio: ci sono canzoni che proprio non ti piacciono ma piacciono da morire a tuoi amici o parenti?
Hai mai provato a capire perché? Cos’è che funziona in loro e non in te?
Cercare di analizzare dei brani che non ti piacciono è un ottimo modo per comprendere la scrittura, perché fuori dalla risposta emotiva ci sono tantissimi altri componenti che rendono efficace un brano. Se ti va poi scrivimi in privato o nei commenti!
Se ti interessa l’argomento iscriviti al blog, affronteremo pian piano tanti aspetti della scrittura.
W la musica, sempre.
Sara