Come si impara a registrare?
Quasi tutti i musicisti che conosco hanno seguito un percorso comune: scelta dello strumento, scuola di musica, sala prove e poi i primi concerti.
All’inizio siamo tutti convinti che l’unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci sia diventare dannatamente bravi a suonare, quindi ci concentriamo solo su quello.
Col tempo però, comprendiamo che dobbiamo occuparci di tantissime altre cose; attività collaterali che sono diventate ormai essenziali per lavorare.

Una delle frasi che dico spesso è “la povertà aguzza l’ingegno”, vuol dire che se non hai i fondi per realizzare qualcosa è molto probabile che troverai comunque il modo di farla, con un terzo del budget, tanto impegno e spirito di iniziativa.
Seguendo questo principio, negli anni ho imparato a fare tantissime cose, da registrare dischi a casa a montare video, realizzare locandine, organizzare tour, arrangiare brani, fino a progettare siti internet.
Se avessi avuto tanti soldi avrei probabilmente delegato, ma non avrei acquisito tutte queste competenze.
Come ho scritto in un altro articolo, è importante imparare a fare tante cose non solo perché è utile saperle fare, ma anche per poter valutare se ci fanno pagare troppo per un servizio e la qualità del servizio stesso.
L’articolo di oggi è un’introduzione alla registrazione, ti spiegherò man mano quello che ho imparato con l’esperienza, con pazienza, provando, sbagliando e riprovando.
Per anni ho visto altri smanettare al PC, senza capirci niente e senza sviluppare mai un vero interesse verso la registrazione, c’era sempre qualcuno nella band che lo sapeva fare, non mi serviva e non mi affascinava.
Mi è sempre sembrata una cosa difficilissima, non avrei mai pensato di sviluppare con il tempo una forte passione e di ritrovarmi addirittura ad arrangiare e produrre dischi interi nel mio home studio, o di registrare chitarre che sarebbero poi finite in dischi professionali.
I principi fondamentali per imparare a registrare

Parti dalle cose semplici
Mi è capitato di registrare veramente tante volte, ho lavorato con amatori e con grandi professionisti, e la cosa che ho imparato da quelli bravi è “less is more”, ovvero: è inutile che provi tecniche complicatissime di post produzione e compri microfoni da mille euro se non sai registrare bene una chitarra acustica.
Se non impari a fare bene le cose elementari rischi di fare dei pasticci, anche se ti sembra facile registrare un brano con solo due strumenti acustici, scoprirai che le variabili per una buona riuscita sono tantissime!
Ottimizza le risorse
Cosa devi registrare? Qual è lo scopo della registrazione? Quanto deve durare nel tempo?
Rispondere a queste domande è fondamentale per capire di cosa hai bisogno, se ti serve veramente una registrazione di altissima qualità o puoi arrangiarti.
Per esempio, se devi produrre un demo da mandare ai promoter o alle etichette non ha assolutamente senso spendere centinaia di euro, basta una registrazione live in cui si sente come suoni.
Rifletti sul tipo di registrazione che fa per te
Le strade sono diverse, e opzioni più diffuse sono: registrazione in presa diretta o a tracce separate.
Una presa diretta implica che tu, e chi suona con te, suoniate contemporaneamente, come fareste in sala prove o dal vivo.
Questo non vuol dire assolutamente che non si possano realizzare prodotti di altissima qualità con questa tecnica, ci sono studi che hanno box separati in modo che il suono dei musicisti non venga catturato dai microfoni degli altri, garantendo così una resa più live ma con un’alta qualità del suono.
Ipotizzando però di avere poco budget, le prese dirette di solito comportano l’utilizzo di pochi microfoni e l’impossibilità di lavorare in post produzione. Quindi l’esecuzione deve essere perfetta da parte di tutti i componenti.
Registrare le tracce separatamente significa registrare gli strumenti uno alla volta, con una linea guida in cuffia o solo il clic (metronomo).
Registrare a clic può sembrare facile ma per molti può essere veramente un momento di ansia, non sentire l’insieme ti può portare a non avere quel feeling che ti fa suonare come sempre. Inoltre ogni musicista ha un suo modo di sentire il tempo e di interpretare la velocità.
La cosa positiva è che puoi lavorare in post produzione, cioè bilanciare bene i volumi, aggiungere effetti, montare più take insieme, correggere gli errori ecc.
Se fai parte di una band e vi serve un demo da far girare nei locali è forse più utile e semplice pensare di concentrarsi su una ripresa “live”, anziché registrare tutto in tracce separate.
Se invece vuoi cimentarti nella produzione di un brano, o semplicemente nel realizzare semplici arrangiamenti dei tuoi brani, devi necessariamente imparare a registrare una traccia alla volta e lavorare in post produzione.

Scegli bene la stanza
L’ambiente in cui registri è fondamentale, soprattutto se sei all’inizio. Gestire le risonanze, i rimbalzi di suono, i riverberi è veramente difficile.
Cerca una stanza che suoni il meno possibile, che sia piccola e arredata, il trattamento acustico di una stanza è un’operazione molto complessa, procedere senza cognizione di causa potrebbe essere deleterio, meglio sfruttare una stanza già “asciutta”. Il riverbero può essere un grande amico se sai come muoverti, altrimenti può causarti tanti problemi!
Non serve spendere migliaia di euro per iniziare
Per iniziare ti serve un computer, una scheda audio e un microfono.
Se non hai nessuna di queste tre cose o sei veramente all’inizio e ti serve solo qualcosa per registrare le prove, ti consiglio di valutare l’acquisto di un registratore portatile.
Ce ne sono tantissimi tipi di varie fasce di prezzo, il più diffuso è probabilmente il Tascam (te ne parlerò bene in un altro articolo).
La mia strumentazione:
Negli anni ho pian piano aumentato la qualità della mia strumentazione, la mia configurazione attuale è:
Computer:
MacBook Pro M1. Sono utente Apple da anni, non riuscirei a usare un altro sistema operativo, costano tanto ma per me non c’è paragone.
Scheda audio:

Per iniziare va benissimo una scheda più economica ma man mano che sali di livello sentirai il bisogno di un suono più pulito, di una maggiore potenza di calcolo, di preamplificatori migliori. Dopo varie ricerche, per il tipo di produzioni di cui mi occupo, ho optato per questa.
La scelta della scheda audio è importantissima, devi capire bene cosa ti serve per evitare di spendere inutilmente centinaia di euro. Te ne parlerò più avanti.
Microfoni:
Shure SM 7 – famosissimo microfono dinamico, ottimo se non hai una stanza trattata o un mic-screen. Molto particolare ma davvero di qualità, ottimo per registrare a casa perché risolve tantissimi problemi.

SE Electronics 2200 E – microfono a condensatore con ottimo rapporto qualità prezzo.

T Bone MB75 – clone economico della Thomann del più costoso Shure SM57, non ho ancora sentito il bisogno di cambiarlo, lo uso per registrare le chitarre elettriche.

D.I.
D.I. Rupert Neve Design – RNDI – D.I. super professionale per registrare in diretta (cioè entrando direttamente nella scheda audio, senza amplificatore) chitarre e bassi.
Per quanto riguarda i bassi non uso mai l’amplificatore, a tutti i fonici a cui ho mandato le mie tracce è andato benissimo il suono ripreso da questo strumento fantastico.
Per le chitarre mi è capitato sia di usare il suono diretto che di procedere poi al reamp.
Il reamp è una tecnica per la quale si registra inizialmente il suono direttamente nella scheda audio, successivamente si collega l’output del computer a una Reamp Box e poi all’ingresso dell’amplificatore.
In questo modo possiamo provare diversi suoni partendo da un’esecuzione buona, senza dover risuonare la parte.
Perché si usa?
Può capitare in fase di mix di rendersi conto che quel suono di chitarra che ci sembrava così bello non sta bene nel mix. Disponendo della traccia “pulita”, registrata in presa diretta, possiamo correggere il suono senza richiamare il musicista in sala di registrazione, risparmiando soldi, tempo ed energie.
Molto spesso quindi registro contemporaneamente sia il suono diretto dalla D.I. che il suono dell’ampli, per avere la possibilità di scelta.

Mic screen : da quando ho comprato lo Shure SM 7 non lo uso quasi più, se hai un microfono a condensatore può esserti davvero utile. Ti linko quello della Thomann perché è il più economico che ho trovato.

Come ti dicevo, ho imparato tanto con l’esperienza, lavorando gomito a gomito con fonici professionisti e sbagliando tanto.
Ma ci sono tantissime cose che non so, quando mi rendo conto che sono in difficoltà mi affido a dei fonici professionisti.
Sul web trovi tantissima formazione gratuita, continuare a formarsi è fondamentale nel nostro lavoro!
Spero che questo articolo ti sia stato utile, come sempre ti aspetto nei commenti.
W la musica, sempre.
Sara
Ciao Lorenzo, bravissimo!
So che in molti utilizzano questa soluzione per registrare e per iniziare va benissimo!
Mandami pure via mail quando hai finito, ascolto volentieri! 😀
Che meraviglia Sara, questo articolo cade proprio a pennello con il fatto che in questo periodo ho cominciato a realizzare la mia prima registrazione completa con tutti gli strumenti di un brano del mio gruppo 😍 io per ora non ho usato microfoni per gli strumenti, vado direttamente nella mia pedaliera che fa sia da amp che da scheda audio, poiché altrimenti sarebbe un po’ complicato in casa mia 😅.
Se ti va di darmi un parere poi ti posso mandare la demo quando sarà finita, tanto manca davvero poco.
Devo dire che tutto lo studio a clic che ho eseguito per suonare con la loop station mi ha aiutato tantissimo ora per registrare! Poiché ci metto davvero poco per registrare anche pezzi complessi.
Grazie infinite per la condivisione del workshop, ci sarò sicuramenteeeeee💖😍