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SARA VELARDO - MUSICISTA | ITALIA

Come scegliere i propri collaboratori

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Come scegliere i propri collaboratori

Una delle cose più difficili da imparare nell’ambiente musicale è come scegliere i propri collaboratori e, allo stesso tempo, riuscire a farsi conoscere nell’ambiente e acquisire credibilità.

Spesso ci lasciamo abbagliare dai titoli di studio o dal curriculum professionale di una persona, dal numero di band in cui ha suonato e ignoriamo quella sensazione dentro che ci fa storcere un pò il naso.

Affermiamo “wow, guarda in quante band ha suonato”!

Invece di chiederci “come mai ha cambiato così tante band in pochi anni”?

Come dicevo in uno scorso post, l’ambiente musicale è fatto di persone, è pieno di musicisti e musiciste preparatissimi ma non è detto che siano persone con cui vorresti effettivamente lavorare.

Frank Zappa
foto presa da internet

Si dice che Frank Zappa dicesse spesso la frase «vuoi fare il musicista? Allora trovati un lavoro»

Cosa vuol dire?

Vuol dire che spesso, nel tentativo di riuscire a vivere di musica, accettiamo troppi compromessi e finiamo col perdere lucidità e quel sentimento profondo che ha alimentato il nostro desiderio di diventare dei musicisti professionisti.

Parlerò più approfonditamente in futuro di questo argomento, lo cito perché, in questo caso, non avere disperatamente bisogno di lavorare ti da la possibilità di scegliere le persone con cui collaborare e quelle e a cui dire di no.

NO” che a volte, pur di guadagnare qualche soldo e suonare in giro, non riusciamo a dire.

Ho sempre avuto un altro lavoro oltre a quello da musicista ma ho vissuto periodi economicamente molto duri perché ho investito praticamente tutto quello che guadagnavo per i miei dischi o per acquistare nuova strumentazione, mi sono ritrovata perciò ad accettare lavori che mi hanno chiesto tanto ma non mi hanno fatta stare bene e non hanno portato i risultati sperati.

Per mia esperienza ho imparato che se le persone con cui lavori non ti convincono e le condizioni non ti mettono a tuo agio è molto probabile che tu stia buttando il tuo tempo.

Parlo quindi di booking che ti propongono date a 400 km di distanza per 100 euro perché “devi portare la tua musica in giro” e poi ti ritrovi in un bar di periferia con 10 persone che bevono il bianchino, di band che pretendono di provare 2 volte alla settimana e nei week end per poi fare 3 date all’anno e sciogliersi, di musicisti bravissimi tecnicamente ma incapaci di arrivare in sala prove con meno di un’ora di ritardo.

Potrei raccontare centinaia di aneddoti, ho iniziato ad esibirmi dal vivo 26 anni fa e non ho mai smesso.

Consiglio: non sempre chiedere in giro serve, mi hanno parlato malissimo di gente con cui ho lavorato benissimo e viceversa.

Quando devo scegliere se collaborare con qualcuno valuto la somma di questi elementi

Come scegliere i propri collaboratori

Bravura

per bravura non intendo necessariamente essere mega bravi tecnicamente ma essere capaci di far bene quello che si deve fare, nei tempi previsti, suonare con gli altri e per gli altri.

Timing, tecnica, gusto, tiro, queste sono le qualità che cerco in un musicista.

Avere uno stile unico o essere molto molto bravi danno sicuramente dei punti in più nella somma finale ma assolutamente non bastano se mancano gli altri elementi.

Affidabilità

rispettare gli impegni presi, arrivare puntuale, non mollare la band dopo mesi di prove, essere sinceri su quella che è la disponibilità e l’impegno che si può offrire, sin dal primo giorno.

Meglio un no dopo una prova che dopo 6 mesi.

Rispetto

in realtà questo è il punto più importante, il rispetto reciproco è la condizione essenziale per lavorare bene, la condizione essenziale nella vita in generale.

Professionalità

tutto quanto detto prima + avere la strumentazione sempre in ordine, cavi e microfoni propri, attrezzatura accessoria (cavi in più, ciabatte di corrente, alimentazioni di scorta), saper montare e gestire la propria strumentazione, saper comunicare coi fonici e gli addetti ai lavori, preoccuparsi di tutti gli aspetti collaterali all’esibizione cioè: vestiario adatto al contesto, comportamento adatto al contesto, presenza sul palco, public relations, preoccuparsi del risultato generale e non solo del proprio ecc.

I bonus 

sono i punti di forza che possono far preferire un musicista ad un altro, per es: saper suonare più strumenti, saper fare i cori, possedere un impianto audio ed esser capaci di usarlo, essere capaci di registrare, avere un buon carattere e buona capacità di adattamento, risolvere i problemi invece di crearne.

Un altro aspetto importante è la continuità: credo molto nella squadra di lavoro, cioè avere una cerchia di professionisti a cui mi rivolgo, proprio perché una volta che trovo dei collaboratori di cui mi fido me li tengo stretti.

Ho lo stesso liutaio da 15 anni, 2/3 fonici a cui mi rivolgo sempre, i miei musicisti di fiducia, le cantanti che chiamo quando devo suonare per degli eventi privati, le cantautrici con cui mi piace condividere il palco.

 

Sara Velardo al Bloom di Mezzago
Con Fabio Zago al Bloom, locale storico di Mezzago.

Esempio: nel 2013 mi serviva un batterista per il mio tour, mi è stato consigliato Fabio, non lo conoscevo ma me ne avevano parlato bene, stava ancora studiando ma era già bravo e, sopratutto, aveva la testa giusta.

Sono passati dieci anni, Fabio è diventato ancora più bravo, abbiamo suonato insieme in tantissime formazioni diverse, condiviso palchi grandi e piccoli, l’ho chiamato per le produzioni in cui mi serviva un batterista, l’ho consigliato ad altri artisti che avevano bisogno di un batterista, lui mi chiama se serve una chitarrista, mi consiglia ad altri, a volte ci inventiamo i progetti per suonare insieme e siamo diventati grandi amici.

E dopo 10 anni quando suono con lui so sempre che darà il massimo e darò il massimo anch’io.

Quando incontri un musicista e vuoi capire se fa per te devi tener conto anche di questo, della gente con cui lavora e se ha collaborazioni durature o tante piccole esperienze, questo ti dirà molto del tipo di persona che è.

Il punto più importante di tutto questo discorso è però questo: se chiedi agli altri determinati requisiti devi essere tu per primo/a ad averli, altrimenti saranno loro a non scegliere te.

Voglio precisare però una cosa, non sempre sono entrata in band perché cercavo qualcosa di serio ma perché volevo divertirmi e passare del tempo con gli altri, sopratutto durante i primi anni ho suonato con tantissime persone diverse senza pensare troppo al risultato ma perché avevo voglia, una voglia incredibile di suonare e conoscere gente.

Perciò provare per mesi, arrivare in ritardo alle prove, passare più tempo a bere birrette e chiaccherare che a provare, prendere date solo per farsi una serata insieme va benissimo, l’importante è essere sempre consapevoli di quello che stai facendo e delle prospettive del progetto, questo ti aiuterà tantissimo quando deciderai che è il momento di fare sul serio per capire cosa non vuoi più.

Tutt’ora mi capita di iniziare a suonare con qualcuno solo perché ho voglia, senza pensare a quante date faremo o se guadagnerò qualcosa, lo faccio perché mi piace e perché la musica deve necessariamente continuare ad essere qualcosa che faccio per stare bene, indipendentemente dagli sbocchi professionali.

Spero che questo articolo ti sia stato utile, come sempre ti aspetto nei commenti!

W la musica, sempre.

Sara

 

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