L’importanza degli artigiani e di provare un sacco di strumenti.
Una delle cose che mi da più soddisfazione quando suono è vedere lo sciame di chitarristi che si avvicina al palco per guardare che strumentazione uso, è una cosa che faccio anch’io, quasi sempre, alla fine di un concerto che mi è piaciuto.
Io di specifiche tecniche non capisco molto, scelgo strumenti, amplificatori e pedalini basandomi sul mio orecchio e sui consigli di persone che stimo.
Ho capito che preferisco le amplificazioni L.R. Baggs al Fishman, che prediligo le valvole e il reverbero a molla anzichè gli ampli a transistor, che preferisco il mogano al palissandro, non ho ancora deciso se preferisco il Jazz o il Precision.
L’ho capito suonando, provando, comprando, rivendendo, sbagliando e grazie ai feedback delle persone con cui lavoro.
La costruzione del proprio suono è importantissima, come sviluppare un proprio stile, mi è capitato di prendere dei lavori perché il produttore o la cantautrice che mi ha ingaggiato cercava quel determinato suono, voleva proprio me per quel motivo, tra le altre cose.
Ho provato per anni a comprare un’altra chitarra acustica e tenere la mia Martin D18 solo per registrare ma non riesco ad accontentarmi.
Il suono della mia chitarra acustica è diventato parte di quello che sono io come chitarrista.
Qualche anno fa ho seguito un master con Xavier Riondo, il chitarrista degli Afterhours, ci ha parlato di come la costruzione del proprio stile e del proprio suono sia stata fondamentale per lui, durante la propria carriera.

Molti pensano che per lavorare come musicisti dobbiamo essere per forza dei super professionisti, possedere diplomi, essere super preparati su tutto.
E’ vero che bisogna studiare (e non smettere mai) ma è importante costruire un proprio stile unico, distinguersi tra migliaia di chitarristi tecnicamente più bravi di noi.
Al momento suono con una Telecaster ed una Stratocaster fatte a mano dal mio caro amico e liutaio Lino Gerosa, nella mia pedaliera ho un overdrive ed un boost Bandersnatch, pedali mostruosi fatti a mano da Gabz, una persona che oltre ad essere un amico posso considerare come un mentore, un cultore del suono.

Io con la mia Telecaster al Lilith Festival a Genova
Il mio amplificatore è un Ecletric, valvolare classe A artigianale, l’ho trovato per caso in un negozio di strumenti musicali provando un pedale da pochi euro, mi sono innamorata del suono e l’ho preso, ho poi scoperto che vengono fatti a mano a Paderno Dugnano!
La cosa bella di affidarsi a degli artigiani è che non stai suonando semplicemente uno strumento musicale o dei pedalini ma una filosofia, la ricerca del suono.
Ovviamente parliamo di prodotti di una certa fascia di prezzo, è vero che il suono è nelle mani ma alcune sfumature, sensibilità e versatilità sono molto difficili da trovare in uno strumento economico, tranne rare eccezioni in cui uno strumento economico è migliore di uno blasonato o meglio in quel momento, per noi, lo è.
La mia prima Telecaster è costata 300 euro ed era bellissima, fino a quando non ho conosciuto la mia nuova Telecaster e mi sono innamorata.
E tu? Quanti strumenti hai cambiato prima di trovare quello che consideri definitivo?
E quante volte pensavi fosse definitivo ma hai cambiato idea?
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